S. Fratantonio, E. Giurdanella, D. Guadagnino
Memorie Mediterranee
- Mémoires Méditerranéennes
Edizioni Visione Iblea, Modica, 2011.
domenica 24 marzo 2013
PIERA MACULOTTI, Recensione de "La via breve"
Pubblicato su
"Gruppo 2009",
Rivista di Arti e Cultura
DOMENICO TURCO, Prefazione a "Il fabbro e le formiche" di Diego Guadagnino
Il fabbro e le formiche è storia, ma anche leggenda. La leggenda
di un eroe così anomalo da sconfinare nel ruolo solo apparentemente
contrapposto di antieroe. Un uomo figlio della stessa terra di
Pirandello, al quale l’accomunavano l’indole malinconica, l’estro
creativo e la visione disincantata della vita e del mondo, e che fece
della sua esistenza un crogiolo di esperienze assolutamente incredibili
ma vere. In effetti si stenta a credere che un personaggio così
straordinario sia esistito realmente, e si sarebbe tentati di metterlo
fortemente in dubbio, se Diego Guadagnino non avesse effettuato una
scrupolosa ricerca basata su una fitta documentazione, piuttosto ardua
da reperire dopo più di sessant’anni.
CALOGERO MASSIMO CAMMALLERI, "Un Uomo, la storia di Domenico Cigna"
Dalla
penna di Diego Guadagnino e i tipi di Controluce (Palermo, 2011 pp. 196
€. 12,00), "Il fabbro e le formiche", biografia di Domenico Cigna, ci
restituisce la storia di un gigante: un uomo, nel piu autentico senso
sciasciano; un uomo dimenticato. E’ inutile negarlo, Domenico Cigna ci
inorgoglisce; accade sempre agli amici di uomo illustre e perfino ai
suoi nemici, non foss'altro perchè ingigantisce anche loro. Quanto ai
conterranei, amici e nemici, i grandi uomini hanno anche questo, spesso
loro malgrado: che sollevano sopiti sonni identitari; e ben vengano in
una terra da 150 anni mortificata da luoghi comuni costruiti a tavolino.
DIEGO GUADAGNINO, Il geosurrealismo di Salvatore Fratantonio
Nella storia dell’arte occidentale il paesaggio nasce
connesso con la figura umana a cui fa sfondo e supporto. E’ un canone
pittorico che, sedimentato in archetipo di comportamento, vediamo agire
in coloro che nelle gite turistiche non riescono a fotografare una
veduta di monumento o di natura senza includervi la presenza compiacente
di un familiare o di un compagno d’escursione.
DIEGO GUADAGNINO, Mostra di pittura di Salvatore Fratantonio (Modica, 2-16 dicembre 2006)
Col passare del tempo Salvatore Fratantonio riduce sempre più lo scarto
tra biografia e pittura, sempre più lasciando trasparire l’itinerario
psicologico che presiede alla sua opera. Immagini e paesaggi nella loro
valenza simbolica subiscono significativi mutamenti di forme e
prospettive. Il carrubo, mitico segno individualizzante del suo mondo,
albero della vita in ogni senso, in cui ha insistentemente voluto
intravedere la propria identità, da presenza viva e solitaria delegata
ad animare da lontano gli estatici silenzi degli Iblei, ora viene
rappresentato a distanza così ravvicinata da diventare il solo
protagonista della tela, rivelandosi, con le sue intricate morfologie,
l’inesauribile risorsa semantica a cui l’Artista attinge, l’alfabeto
poetico del suo microcosmo.
DIEGO GUADAGNINO, Mostra di pittura di Salvatore Fratantonio (Racalmuto)
Salvatore Fratantonio appartiene a quel nutrito gruppo
di intellettuali siciliani che hanno lasciato il Sud per il Nord,
individuando nel capoluogo lombardo un crogiuolo della storia con
potenzialità di orizzonti negati a quella terra d’origine prigioniera di
una dimensione pigra e sonnolenta alle tensioni del divenire. Questa
parabola esistenziale segna in misura preponderante la sua identità
artistica e la sua ricerca figurativa, entrambe convergenti
nell’eleggere la Sicilia ad archetipo ispirativo e a polo dialettico dei
contenuti della sua opera.
DIEGO GUADAGNINO, Villa Firriato, due acqueforti di Gaetano Lo Manto

DIEGO GUADAGNINO, "La Sicilia di Salvatore Fratantonio"
Fare arte sulla Sicilia, sotto qualsiasi forma,
significa inventarsi ogni volta quest’isola che, a causa di ciò, ha
finito per essere considerata una dimensione fantastica, dove ognuno
vive la tragedia della propria solitudine costretta al disagio della
convivenza con gli altri. La sua Sicilia Salvatore Fratantonio l’ha
inventata scegliendo i simboli marini e terrestri dei luoghi natii.
DIEGO GUADAGNINO, "Pittura iblea al femminile"
L’ennesimo evento nato dal fervore operativo di cui sta dando prova
l’associazione culturale “Visione Iblea” è questa mostra di opere di una
pleiade di pittrici iblee: Rosanna Criscione, Federica Gisana, Emanuela
Iemmolo e Alida Pardo. Quattro moduli espressivi diversi di un solo
mondo: quello femminile.
DIEGO GUADAGNINO, "Le stagioni della vita"
Pubblicata su
“ARCHIVIO“
n. 9, Padova, 2006
mensile di arte, cultura, antiquariato, collezionismo e informazione di Mantova.
DIEGO GUADAGNINO, Lo sguardo dell’anima
Lo scarto tra lo spazio dell’anima e la realtà quale ci appare: è da lì
che nasce ogni malessere, è lì che si trova la matrice degli enigmi, il
nido dell’inquietudine, la fonte dell’ansia che perennemente ci spinge a
chiederci il perché dell’esistere. E’ lì, soprattutto, che incontriamo e
verifichiamo la povertà dell’esistenza rispetto alle indefinite istanze
dell’anima. L’arte non è sublimazione della materia, non è incantesimo
ma semplicemente riduzione o annullamento di quello scarto. E’ ciò che
fanno la pittura con l’immagine, la poesia con la parola, la musica col
suono. Smaterializzano la distanza tra l’anima e il reale.
DIEGO GUADAGNINO, Antonio Grifo. Tra demistificazione e silenzio
Difficile
restare indifferenti davanti alle immagini che da tempo Antonio Grifo
ci propone con la sua pittura; eppure sono le stesse immagini che
tessono la trama del nostro quotidiano, fondano i nostri bisogni e
alimentano le nostre fantasie.
DIEGO GUADAGNINO, Candore e lirismo nei dipinti di Emanuela Iemmolo
Già
qualche anno fa, in occasione di una collettiva di pittura iblea al
femminile, abbiamo avuto modo di parlare dei dipinti di Emanuela
Iemmolo, rilevando come i suoi paesaggi siano pervasi da un'atmosfera
soffice ed insolita nel contempo, da un qualcosa di vago e di gentile
che nella parola "magia" trova la definizione più confacente.
DIEGO GUADAGNINO, "Le sequenze oniriche" di Lillo Turco
DIEGO GUADAGNINO, L'indiscrezione fotografica
L’assemblaggio delle parole “vita” e “volti”, nel titolo La vita i
volti…, che Guido Cicero ha voluto dare al suo lavoro di fotografo,
sollecita riflessioni sul personalissimo rapporto che abbiamo con la
nostra immagine.
DIEGO GUADAGNINO, Le pietre sapienti di Angkor
DIEGO GUADAGNINO, Presentazione a "Ville di Bagheria e dintorni" di Ezio Ferreri
VILLE DI BAGHERIA E DINTORNI - fotografie di Ezio Ferreri: in esse
staremmo invano a cercare quella che Walter Benjamin, riferendosi
«all’andatura della gente, al loro contegno nel frammento di secondo in
cui si allunga il passo», chiama «la natura diversa da quella che parla
all’occhio»: nelle fotografie di Ferreri, in queste fotografie, non vi
sono persone e, quindi, non vi sono frammenti di secondo vibranti di
folgorazioni su un gesto, su un’espressione fermati per sempre
dall’obiettivo e offerto alla intelligenza dell’inconsueto nel consueto.
DIEGO GUADAGNINO, I nuovi orizzonti di Domenico Turco
Dopo Il Mondo Eterno, saggio sulla spiritualità e l’esoterismo
nel nostro tempo, Domenico Turco si ripresenta nella sua veste consueta
di poeta con Oltre l’orizzonte.
I contenuti rimandano a quelli delle precedenti raccolte, incentrati sul superamento intuitivo e visionario del contingente, mentre le modalità espressive denotano un’attenzione metrica che privilegia l’endecasillabo personalizzato dalla naturalezza e dalla musicalità che il lettore ormai riconosce appartenenti alla voce di Turco.
I contenuti rimandano a quelli delle precedenti raccolte, incentrati sul superamento intuitivo e visionario del contingente, mentre le modalità espressive denotano un’attenzione metrica che privilegia l’endecasillabo personalizzato dalla naturalezza e dalla musicalità che il lettore ormai riconosce appartenenti alla voce di Turco.
DIEGO GUADAGNINO, Prefazione di "Acque lustrali" di Domenico Turco
Possiamo definire l’esperienza poetica di Domenico
Turco come un’avventura evolutiva riflessa nelle possibilitá della
parola, e, a conferma della legittimità di questa definizione, evocare a
confronto i temi, i toni e le tinte di Sottovoce, sua opera prima, con
le illuminanti aperture sulla vita che costellano quest’ultima sua
raccolta di poesie, non a caso affidata a un titolo dal vago sapore
iniziatico, Acque lustrali.
DIEGO GUADAGNINO, La poesia di Domenico Turco ne "I limiti e l'immenso"
Resterebbe deluso chi, per suggestione del suo titolo,
volesse cercare appigli consolatori in questo libro che sin dal
'frontespizio' ci preannuncia un'arte che, nulla concedendo alla
consolazione o all'evasione, mira a dissolvere i fantasmi creati dalla
nostra debolezza nei confronti della vita. Non c'è niente tanto
difficile quanto il non ingannare se stessi ha scritto Wittgenstein:
della difficile arte di non ingannare se stesso Domenico Turco ne fa una
ragione (o forse la ragione) del suo poetare, per cui se i poeti della
antichità intraprendevano il loro canto invocando ispirazione, il nostro
esordisce chiedendo disincanto.
DIEGO GUADAGNINO, Prefazione di "Colpi d'Ala" di V. Restivo
Non avrei mai pensato di scrivere la prefazione a un libro di poesie
dell’Arciprete (lo chiamo così conformemente a come fa tutta Canicattì,
per la quale mons. Vincenzo Restivo ha saputo essere ed è rimasto
l’Arciprete per antonomasia.) E’ stato mio professore di religione nei
tre anni di liceo. Per me che, parafrasando il celebre detto di
Clemanceau sulla guerra, ho sempre pensato che la religione è cosa
troppo seria per essere lasciata solo ai preti, l’ora settimanale della
sua materia era una specie di ghiotteria dialettica alimentata dal
desiderio dello studente di mettere in difficoltà il professore, ma
anche sollecitata dalla sua capacità di indurre noi allievi alla
riflessione e al confronto sui tempi più svariati.
DIEGO GUADAGNINO, Prefazione di "I pensieri e la notte"
sabato 23 marzo 2013
Intervista su "Il fabbro e le formiche"
Tele Radio Canicattì intervista Diego Guadagnino sul libro
"Il fabbro e le formiche. Domenico Cigna politico avvocato e letterato", Ed. Contro Luce, 2011.
Caricato su Youtube in data 13 dicembre 2011.
GONZALO ALVAREZ GARCIA, "TRASMUTAZIONE" di Diego Guadagnino
Quando, tre o quattro mesi fa, il prof. Angelo Ficarra
mi fece conoscere la poesia di Diego Guadagnino, pensai subito a Miguel
Hernandez.
Miguel Hernandez è un poeta spagnolo appartenete a quella grande costellazione di poesia che nobilitò la Spagna repubblicana negli anni trenta . Una costellazione di poeti alla quale appartenevano Federico Garcia Lorca, Rafael Alberti, Vicente Aleixandre e molti altri. Furono tutti uccisi, incarcerati o condannati all'esilio dai generali golpisti.
Miguel Hernandez è un poeta spagnolo appartenete a quella grande costellazione di poesia che nobilitò la Spagna repubblicana negli anni trenta . Una costellazione di poeti alla quale appartenevano Federico Garcia Lorca, Rafael Alberti, Vicente Aleixandre e molti altri. Furono tutti uccisi, incarcerati o condannati all'esilio dai generali golpisti.
ELISA MANDARA', Esordio letterario con una silloge decennale
Pubblicato su
"La Sicilia"
L'apprezzato debutto in versi di Diego Guadagnino, avvocato canicattinese prestato alla poesia, conquista pubblico e critica.
"La Sicilia"
L'apprezzato debutto in versi di Diego Guadagnino, avvocato canicattinese prestato alla poesia, conquista pubblico e critica.
GIOVANNI RAGUSA, "Trasmutazione" poesie di Diego Guadagnino
Presentazione di Giovanni RAGUSA
Associazione VISIONE IBLEA
Palazzo Failla Hotel - Modica
14 settembre 2008, ore 19:30
Associazione VISIONE IBLEA
Palazzo Failla Hotel - Modica
14 settembre 2008, ore 19:30
GIOVANNI TESIO, La poesia di Diego Guadagnino in dieci punti essenziali
Vorrei articolare questo mio intervento in punti essenziali, e provo ad
articolarlo come se volessi persuadere chi ci ascolta che la poesia di
Diego Guadagnino merita di essere ascoltata (la poesia è sempre ascolto,
sia che prenda le vie della lettura silenziosa, sia che prenda la via
della lettura di bocca):
FRANCO DE CARLI, Sanremo: presentata raccolta di poesie di Diego Guadagnino
Si è svolto sabato scorso, presso la libreria 'La Fenice' di Sanremo, un
evento culturale di rilievo: la presentazione di una raccolta di
poesie, opera del siciliano Diego Guadagnino, avvocato penalista del
foro di Agrigento.
DOMENICO CARA, Lettera su "Trasmutazione"
Milano 3 febbraio 2008
Gentile avv. Guadagnino,
Gentile avv. Guadagnino,
perdoni il…vasto ritardo nella risposta che Le invio sulla lettura di Tramutazione.
Indubbiamente ho letto, riletto e chiosato il testo e - quindi - amato
il consecutivo ritmo dei versi, la parola appassionata e disponibile
all’attenzione del lettore, oltre che l’insistente carezza e la docilità
della rima.
ANDREA GUASTELLA, Prefazione di "Trasmutazione"
Avvocato penalista del foro di Agrigento, Diego Guadagnino esce soltanto
ora allo scoperto, pubblicando il bilancio personale di vent'anni e più
di appassionata riflessione sul proprio esistere; una riflessione
privata che via via si è fatta discorso pubblico, apertura totale nei
confronti di eventi sperimentati e non semplicemente immaginati. In
questo senso la voce dell'autore non ha nulla di approssimativo: si
lega, anzi, in modo indissolubile alla professionalità del legale, di
cui può dirsi quello che disse Borges dell'amico ginevrino Maurice
Abramowicz, amante e cultore di letteratura: "Ginevra ti credeva un uomo di legge, un uomo di sentenze e di processi, mentre in ogni parola, in ogni silenzio, eri un poeta".
ELISA MANDARA', Recensione de "La via breve"
Sorprende il colore sovranazionale della scrittura di Diego Guadagnino,
in un’opera che si nutre dell’elegia della memoria e della linfa
socioculturale siciliana. E che costituisce pertanto la prova di come
chi canti di materia siciliana non debba necessariamente restare
paralizzato in un universo eidetico e formale abusato e concluso.
GONZALO ALVAREZ GARCIA, Memorie Mediterranee
Presentiamo un libro e i suoi tre autori. Il primo, Salvatore Fratantonio, scrive poesia che si vede e non si legge. Enza Giurdanella e Diego Guadagnino, dipingono poesia che si legge e non si vede.
Il titolo del libro,”Memorie Mediterranee”, è da solo un magnifico poema e, al tempo stesso, una bozza sommaria, ma esauriente, per un buon trattato di storia siciliana… Chiudete gli occhi, tastate le due parole nel palato dell’anima, come un vino generoso, e
il vostro pensiero andrà a Creta, l’aspra e gentile Creta, con le sue
fanciulle che sembrano dee adolescenti e i suoi ragazzi, creature
celesti che si librano nell’aria, sopra la testa del Minotauro…
MARIA ANTONIETTA CASI', Le contraddizioni coerenti
La storia di Domenico
Cigna raccontata nel libro di Guadagnino "Il fabbro e le formiche" apre
interessanti interrogativi attorno alle problematiche del personaggio, che
accanto alla originalità del pensiero e alla tenacia delle azioni si
caratterizza anche per le frequenti contraddizioni del comportamento. Lungo il
corso di tutta la sua vita queste vanno assumendo aspetti a volte inquietanti,
gettando ombre che in qualche modo ne offuscano la memoria. Il desiderio di
fare luce su ciò, induce ad una analisi psicologica, se pur limitata poiché
postuma, della personalità di Cigna, che consenta di dare un senso
all'incoerenza di alcuni fatti, ricercandone i motivi tra le pieghe profonde
della struttura dell'Io. L'autore descrive molto bene le emozioni e i sentimenti
di Cigna, e anche quel sottile tormento, che all'epoca venne diagnosticato come
"nevrastenia", che lo accompagna per tutta la vita.
DIEGO GUADAGNINO, La santità reietta
Volentieri ho accettato l'invito del professor
Gaetano Augello a scrivere questa nota introduttiva alla biografia di
monsignor Angelo Ficarra, che, per le qualità e lo spessore della sua
personalità, il passare degli anni rende sempre più vicino alla
sensibilità e alle problematiche dei suoi posteri. Se il volumetto
sciasciano, sulla nota vicenda della sua rimozione da vescovo della
diocesi di Patti, lo ha fatto conoscere al grande pubblico, la biografia
scritta adesso da Augello, pregevole per la ricchezza di documenti
consultati e di notizie raccolte, rivela gli aspetti intimi dell'uomo,
il prestigioso retaggio culturale, le scelte che ne hanno segnato la
vita, dandoci così un'opera destinata a diventare punto di riferimento
imprescindibile per quanti in futuro si vorranno cimentare con la figura
e l'opera di Angelo Ficarra.
DIEGO GUADAGNINO, Il Congo di Guido Cicero
“Che orrore! che orrore!” Con queste parole, cariche di mistero, muore l’altrettanto misterioso Kurtz, nelle ultime pagine di Cuore di tenebra, il romanzo
in cui Joseph Conrad volle descrivere i massacri compiuti dai bianchi
nelle foreste del Congo in nome del dio denaro. Dopo più di un secolo,
non possono essere diverse le parole che ci salgono alle labbra nel
considerare i primati che detiene la Repubblica Democratica del Congo.
DIEGO GUADAGNINO, L'uso omeopatico della parola
Non capita facilmente
d’imbattersi in una silloge poetica come quella pubblicata qualche mese fa per
i tipi dell’editrice Ismeca libri da
Maria Teresa Verdirame col titolo “Sinfonie di stagioni”. L’eccezionalità che
la distingue dai libri di poesia che rientrano nelle consuete aspettative del
lettore è costituita dal canone espressivo adottato dall’autrice: l’haiku. Si
tratta di una forma poetica importata dal Giappone, composta da tre brevi
versi e di complessive diciassette sillabe. Per forma e contenuto l’haiku è
legato alla cultura zen e per capirne l’intima
ragion d’essere è necessario inserirlo nel contesto che lo ha generato.
La dottrina dell’illuminazione zen, che privilegia l’ “esperienza” sul
“ragionamento”, ha trovato la sua
espressione poetica in questa forma
compositiva che riduce al minimo le parole per consentirne la massima
risonanza. A scopo esplicativo, possiamo parlare di un uso omeopatico della parola.
DIEGO GUADAGNINO, Nel fiume di Eraclito
Sulla
spiaggia di Marina di Modica, alle sette del mattino, il mio amico Salvatore Fratantonio mi parla del processo creativo; racconta come nasce il progetto che si
realizza sulla tela, finché si sofferma sopra un particolare, e come osservando
l’idea che precede la pittura dice: “Quasi sempre mi succede che mentre
dipingo un’immagine essa mi si modifica dentro, la forma si altera, si fa altra nei contorni, pur mantenendo la
sua originaria identità strutturale; le
atmosfere mutano, una nuvola si disfa, un giallo sfuma verso l’arancione. Il
risultato finale dell’opera cristallizza soltanto una fase, un attimo, un
passaggio di quel movimento e il quadro diventa la negazione del fluire
dell’idea; o, se vogliamo, la
rappresenta come la farfalla secca e spillata di un collezionista può
rappresentare tutte le farfalle della stessa specie”.
GONZALO ALVAREZ GARCIA, Prefazione di "Apocrifi"
Circa
tre anni fa, durante la presentazione di "Trasmutazione", sua opera
prima, paragonavo la poesia di Diego Guadagnino a quella del grande poeta
spagnolo Miguel Hernandez, martire della democrazia, morto nel 1942 nelle
carceri franchiste.
Il
paragone mi era stato suggerito dalla metrica, che tutt'e due usano con
maestria e con garbo, preferendo l’assonanza antica al più moderno verso
libero.
PIERA MACULOTTI, I poetici versi Apocrifi di Diego Guadagnino
L'arte della parola che dà forma all'animo nostro informe... Parole tessute – ordite e tramate - col filo del tempo, del mistero, del silenzio. Versi che salgono - come ali di gabbiani - a solcare i piani alti dei quesiti umani. Sillabe che scavano tra fatiche e ferite.
Sono i poetici scritti Apocrifi (Utopia edizioni pp.147 €10) di Diego Guadagnino.
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