domenica 24 marzo 2013

CALOGERO CASTELLANA, Prefazione di "Memorie Mediterranee"

S. Fratantonio, E. Giurdanella, D. Guadagnino
Memorie Mediterranee - Mémoires Méditerranéennes 
Edizioni Visione Iblea, Modica, 2011.

MARIA ATTANASIO, Tra il nulla e la parola

 Introduzione a "La via breve" di Diego Guadagnino

DOMENICO TURCO, "La via breve" di Diego Guadagnino

SAGGIO CRITICO

DOMENCO TURCO, "Trasmutazione" di Diego Guadagnino

SAGGIO CRITICO

EMANUELE SCHEMBARI, "La via breve" di Diego Guadagnino

Pubblicato su
"Arenaria"
Ragguagli di letteratura

ELISA MANDARA', "La via breve" porta a Diego Guadagnino

Pubblicato su
"La Sicilia"
28 marzo 2010

ELISA MANDARA', "La via breve porta a Guadagnino"

Pubblicato su
"La Sicilia", 28 marzo 2010

PIERA MACULOTTI, Recensione de "La via breve"

Pubblicato su
"Gruppo 2009",
Rivista di Arti e Cultura 

DOMENICO TURCO, Prefazione a "Il fabbro e le formiche" di Diego Guadagnino

Il fabbro e le formiche è storia, ma anche leggenda. La leggenda di un eroe così anomalo da sconfinare nel ruolo solo apparentemente contrapposto di antieroe. Un uomo figlio della stessa terra di Pirandello, al quale l’accomunavano l’indole malinconica, l’estro creativo e la visione disincantata della vita e del mondo, e che fece della sua esistenza un crogiolo di esperienze assolutamente incredibili ma vere. In effetti si stenta a credere che un personaggio così straordinario sia esistito realmente, e si sarebbe tentati di metterlo fortemente in dubbio, se Diego Guadagnino non avesse effettuato una scrupolosa ricerca basata su una fitta documentazione, piuttosto ardua da reperire dopo più di sessant’anni.

CALOGERO MASSIMO CAMMALLERI, "Un Uomo, la storia di Domenico Cigna"

Dalla penna di Diego Guadagnino e i tipi di Controluce (Palermo, 2011 pp. 196 €. 12,00), "Il fabbro e le formiche", biografia di Domenico Cigna, ci restituisce la storia di un gigante: un uomo, nel piu autentico senso sciasciano; un uomo dimenticato. E’ inutile negarlo, Domenico Cigna ci inorgoglisce; accade sempre agli amici di uomo illustre e perfino ai suoi nemici, non foss'altro perchè ingigantisce anche loro. Quanto ai conterranei, amici e nemici, i grandi uomini hanno anche questo, spesso loro malgrado: che sollevano sopiti sonni identitari; e ben vengano in una terra da 150 anni mortificata da luoghi comuni costruiti a tavolino.

SALVATORE VAIANA, Il personaggio che ha trovato il suo autore

Nota critica a "Il fabbro e le formiche" di Diego Guadagnino

DIEGO GUADAGNINO, Il geosurrealismo di Salvatore Fratantonio

Nella storia dell’arte occidentale il paesaggio nasce connesso con la figura umana a cui fa sfondo e supporto. E’ un canone pittorico che, sedimentato in archetipo di comportamento, vediamo agire in coloro che nelle gite turistiche non riescono a fotografare una veduta di monumento o di natura senza includervi la presenza compiacente di un familiare o di un compagno d’escursione.

DIEGO GUADAGNINO, Mostra di pittura di Salvatore Fratantonio (Modica, 2-16 dicembre 2006)

Col passare del tempo Salvatore Fratantonio riduce sempre più lo scarto tra biografia e pittura, sempre più lasciando trasparire l’itinerario psicologico che presiede alla sua opera. Immagini e paesaggi nella loro valenza simbolica subiscono significativi mutamenti di forme e prospettive. Il carrubo, mitico segno individualizzante del suo mondo, albero della vita in ogni senso, in cui ha insistentemente voluto intravedere la propria identità, da presenza viva e solitaria delegata ad animare da lontano gli estatici silenzi degli Iblei, ora viene rappresentato a distanza così ravvicinata da diventare il solo protagonista della tela, rivelandosi, con le sue intricate morfologie, l’inesauribile risorsa semantica a cui l’Artista attinge, l’alfabeto poetico del suo microcosmo.

DIEGO GUADAGNINO, Mostra di pittura di Salvatore Fratantonio (Racalmuto)

Salvatore Fratantonio appartiene a quel nutrito gruppo di intellettuali siciliani che hanno lasciato il Sud per il Nord, individuando nel capoluogo lombardo un crogiuolo della storia con potenzialità di orizzonti negati a quella terra d’origine prigioniera di una dimensione pigra e sonnolenta alle tensioni del divenire. Questa parabola esistenziale segna in misura preponderante la sua identità artistica e la sua ricerca figurativa, entrambe convergenti nell’eleggere la Sicilia ad archetipo ispirativo e a polo dialettico dei contenuti della sua opera.

DIEGO GUADAGNINO, Villa Firriato, due acqueforti di Gaetano Lo Manto

Gaetano Lo Manto, il pittore degli insetti, «vede» questi esseri minuscoli e multiformi, alterati dalla sua fantasia ora volteggianti sull’umanità depredata dall’alienazione, ora abbarbicati sul mondo invaso dalla devastazione ecologica. È il suo modo di resistere e sopravvivere nella speranza di trovare un posto dove poter collocare una possibile esistenza solare, pulita e lontana dalla loro macabra presenza.

DIEGO GUADAGNINO, "La Sicilia di Salvatore Fratantonio"

Fare arte sulla Sicilia, sotto qualsiasi forma, significa inventarsi ogni volta quest’isola che, a causa di ciò, ha finito per essere considerata una dimensione fantastica, dove ognuno vive la tragedia della propria solitudine costretta al disagio della convivenza con gli altri. La sua Sicilia Salvatore Fratantonio l’ha inventata scegliendo i simboli marini e terrestri dei luoghi natii.

DIEGO GUADAGNINO, "Pittura iblea al femminile"

L’ennesimo evento nato dal fervore operativo di cui sta dando prova l’associazione culturale “Visione Iblea” è questa mostra di opere di una pleiade di pittrici iblee: Rosanna Criscione, Federica Gisana, Emanuela Iemmolo e Alida Pardo. Quattro moduli espressivi diversi di un solo mondo: quello femminile.

DIEGO GUADAGNINO, "Salvatore Fratantonio. Nel mare nel mio tempo"

Pubblicato su
"I Mediterranei"

DIEGO GUADAGNINO, "Le stagioni della vita"

Pubblicata su
ARCHIVIO
n. 9, Padova, 2006
mensile di arte, cultura, antiquariato, collezionismo e informazione di Mantova.

DIEGO GUADAGNINO, Lo sguardo dell’anima

Lo scarto tra lo spazio dell’anima e la realtà quale ci appare: è da lì che nasce ogni malessere, è lì che si trova la matrice degli enigmi, il nido dell’inquietudine, la fonte dell’ansia che perennemente ci spinge a chiederci il perché dell’esistere. E’ lì, soprattutto, che incontriamo e verifichiamo la povertà dell’esistenza rispetto alle indefinite istanze dell’anima. L’arte non è sublimazione della materia, non è incantesimo ma semplicemente riduzione o annullamento di quello scarto. E’ ciò che fanno la pittura con l’immagine, la poesia con la parola, la musica col suono. Smaterializzano la distanza tra l’anima e il reale.

DIEGO GUADAGNINO, Antonio Grifo. Tra demistificazione e silenzio

Difficile restare indifferenti davanti alle immagini che da tempo Antonio Grifo ci propone con la sua pittura; eppure sono le stesse immagini che tessono la trama del nostro quotidiano, fondano i nostri bisogni e alimentano le nostre fantasie.

DIEGO GUADAGNINO, Candore e lirismo nei dipinti di Emanuela Iemmolo

Già qualche anno fa, in occasione di una collettiva di pittura iblea al femminile, abbiamo avuto modo di parlare dei dipinti di Emanuela Iemmolo, rilevando come i suoi paesaggi siano pervasi da un'atmosfera soffice ed insolita nel contempo, da un qualcosa di vago e di gentile che nella parola "magia" trova la definizione più confacente.

DIEGO GUADAGNINO, "Le sequenze oniriche" di Lillo Turco


 Presentazione della mostra dell'artista Lillo Turco

DIEGO GUADAGNINO


DIEGO GUADAGNINO, L'indiscrezione fotografica

L’assemblaggio delle parole “vita” e “volti”, nel titolo La vita i volti…, che Guido Cicero ha voluto dare al suo lavoro di fotografo, sollecita riflessioni sul personalissimo rapporto che abbiamo con la nostra immagine.

DIEGO GUADAGNINO, Le pietre sapienti di Angkor

Recensione

DIEGO GUADAGNINO, Le pietre sapienti di Angkor

Scritto pubblicato su 
"Pagine dal Sud",
Rivista di cultura e politica edita dal Centro Studi "F. Rossitto" di Ragusa, 
giugno 2007.

DIEGO GUADAGNINO, Presentazione a "Ville di Bagheria e dintorni" di Ezio Ferreri

VILLE DI BAGHERIA E DINTORNI - fotografie di Ezio Ferreri: in esse staremmo invano a cercare quella che Walter Benjamin, riferendosi «all’andatura della gente, al loro contegno nel frammento di secondo in cui si allunga il passo», chiama «la natura diversa da quella che parla all’occhio»: nelle fotografie di Ferreri, in queste fotografie, non vi sono persone e, quindi, non vi sono frammenti di secondo vibranti di folgorazioni su un gesto, su un’espressione fermati per sempre dall’obiettivo e offerto alla intelligenza dell’inconsueto nel consueto.

DIEGO GUADAGNINO, "La Sicilia delle stragi" un’eccezionale occasione di riflessione e di dibattito

Pagine dal Sud
Ragusa, Marzo 2008

DIEGO GUADAGNINO, "Storia di una città attraverso le sue lotte"



Pubblicatosu
"Pagine dal Sud"
Ragusa, settembre 2007

DIEGO GUADAGNINO

DIEGO GUADAGNINO, I nuovi orizzonti di Domenico Turco

Dopo Il Mondo Eterno, saggio sulla spiritualità e l’esoterismo nel nostro tempo, Domenico Turco si ripresenta nella sua veste consueta di poeta con Oltre l’orizzonte.
I contenuti rimandano a quelli delle precedenti raccolte, incentrati sul superamento intuitivo e visionario del contingente, mentre le modalità espressive denotano un’attenzione metrica che privilegia l’endecasillabo personalizzato dalla naturalezza e dalla musicalità che il lettore ormai riconosce appartenenti alla voce di Turco.

DIEGO GUADAGNINO, Prefazione di "Acque lustrali" di Domenico Turco

Possiamo definire l’esperienza poetica di Domenico Turco come un’avventura evolutiva riflessa nelle possibilitá della parola, e, a conferma della legittimità di questa definizione, evocare a confronto i temi, i toni e le tinte di Sottovoce, sua opera prima, con le illuminanti aperture sulla vita che costellano quest’ultima sua raccolta di poesie, non a caso affidata a un titolo dal vago sapore iniziatico, Acque lustrali.

DIEGO GUADAGNINO, La poesia di Domenico Turco ne "I limiti e l'immenso"

Resterebbe deluso chi, per suggestione del suo titolo, volesse cercare appigli consolatori in questo libro che sin dal 'frontespizio' ci preannuncia un'arte che, nulla concedendo alla consolazione o all'evasione, mira a dissolvere i fantasmi creati dalla nostra debolezza nei confronti della vita. Non c'è niente tanto difficile quanto il non ingannare se stessi ha scritto Wittgenstein: della difficile arte di non ingannare se stesso Domenico Turco ne fa una ragione (o forse la ragione) del suo poetare, per cui se i poeti della antichità intraprendevano il loro canto invocando ispirazione, il nostro esordisce chiedendo disincanto.

DIEGO GUADAGNINO, Lontano amore

INVERSO
Quadrimestrale di Poesia
giugno 2008

DIEGO GUADAGNINO, Prefazione di "Colpi d'Ala" di V. Restivo

Non avrei mai pensato di scrivere la prefazione a un libro di poesie dell’Arciprete (lo chiamo così conformemente a come fa tutta Canicattì, per la quale mons. Vincenzo Restivo ha saputo essere ed è rimasto l’Arciprete per antonomasia.) E’ stato mio professore di religione nei tre anni di liceo. Per me che, parafrasando il celebre detto di Clemanceau sulla guerra, ho sempre pensato che la religione è cosa troppo seria per essere lasciata solo ai preti, l’ora settimanale della sua materia era una specie di ghiotteria dialettica alimentata dal desiderio dello studente di mettere in difficoltà il professore, ma anche sollecitata dalla sua capacità di indurre noi allievi alla riflessione e al confronto sui tempi più svariati.

DIEGO GUADAGNINO, Prefazione di "I pensieri e la notte"

Enza Giurdanella,
I pensieri e la notte,
Utopia, 2011

sabato 23 marzo 2013

Intervista su "Sequenze oniriche" di Lillo Turco


Intervista su "Il fabbro e le formiche"



Tele Radio Canicattì intervista Diego Guadagnino sul libro 
"Il fabbro e le formiche. Domenico Cigna politico avvocato e letterato", Ed. Contro Luce, 2011.
Caricato su Youtube in data 13 dicembre 2011.

GONZALO ALVAREZ GARCIA, "TRASMUTAZIONE" di Diego Guadagnino

Quando, tre o quattro mesi fa, il prof. Angelo Ficarra mi fece conoscere la poesia di Diego Guadagnino, pensai subito a Miguel Hernandez.
Miguel Hernandez è un poeta spagnolo appartenete a quella grande costellazione di poesia che nobilitò la Spagna repubblicana negli anni trenta . Una costellazione di poeti alla quale appartenevano Federico Garcia Lorca, Rafael Alberti, Vicente Aleixandre e molti altri. Furono tutti uccisi, incarcerati o condannati all'esilio dai generali golpisti.

ELISA MANDARA', Esordio letterario con una silloge decennale

Pubblicato su
"La Sicilia"

L'apprezzato debutto in versi di Diego Guadagnino, avvocato canicattinese prestato alla poesia, conquista pubblico e critica.

ELISA MANDARA', Diego Guadagnino, “Trasmutazione”

 Recensione

GIUSEPPE NATIVO, Al Centro Studi “F. Rossitto” debutto poetico di Diego Guadagnino

 Pubblicato su
"Insieme",
Ragusa, 3 dicembre 2007).


ORAZIO GIANNI', Come ho scoperto la poesia di Diego Guadagnino

 Recensione

GIOVANNI RAGUSA, "Trasmutazione" poesie di Diego Guadagnino

Presentazione di Giovanni RAGUSA
Associazione VISIONE IBLEA
Palazzo Failla Hotel - Modica
14 settembre 2008, ore 19:30

GIOVANNI TESIO, La poesia di Diego Guadagnino in dieci punti essenziali

Vorrei articolare questo mio intervento in punti essenziali, e provo ad articolarlo come se volessi persuadere chi ci ascolta che la poesia di Diego Guadagnino merita di essere ascoltata (la poesia è sempre ascolto, sia che prenda le vie della lettura silenziosa, sia che prenda la via della lettura di bocca):

EMANUELE SCHEMBARI, Trasmutazione. Un esordio letterario ad alto livello

Recensione
Rivista: Pagine del Sud

DOMENICO TURCO, Diego Guadagnino e la sua trasmutazione

Recensione
Rivista: La nuova Tribuna Letteraria

RAFFAELE BOCCHI, La verifica

Recensione
Rivista: Coabitare











DE ANTONELLIS GIACOMO, Diego Guadagnino, poeta aperto al cuore di tutti

Recensione

FRANCO DE CARLI, Sanremo: presentata raccolta di poesie di Diego Guadagnino

Si è svolto sabato scorso, presso la libreria 'La Fenice' di Sanremo, un evento culturale di rilievo: la presentazione di una raccolta di poesie, opera del siciliano Diego Guadagnino, avvocato penalista del foro di Agrigento.

La presentazione di "Trasmutazione" a Prizzi

Presentazione 
della silloge Trasmutazione
a Prizzi

Immagini della manifestazione

DOMENICO CARA, Lettera su "Trasmutazione"

Milano 3 febbraio 2008

Gentile avv. Guadagnino,
perdoni il…vasto ritardo nella risposta che Le invio sulla lettura di Tramutazione.
Indubbiamente ho letto, riletto e chiosato il testo e - quindi - amato il consecutivo ritmo dei versi, la parola appassionata e disponibile all’attenzione del lettore, oltre che l’insistente carezza e la docilità della rima.

ANDREA GUASTELLA, Prefazione di "Trasmutazione"

Avvocato penalista del foro di Agrigento, Diego Guadagnino esce soltanto ora allo scoperto, pubblicando il bilancio personale di vent'anni e più di appassionata riflessione sul proprio esistere; una riflessione privata che via via si è fatta discorso pubblico, apertura totale nei confronti di eventi sperimentati e non semplicemente immaginati. In questo senso la voce dell'autore non ha nulla di approssimativo: si lega, anzi, in modo indissolubile alla professionalità del legale, di cui può dirsi quello che disse Borges dell'amico ginevrino Maurice Abramowicz, amante e cultore di letteratura: "Ginevra ti credeva un uomo di legge, un uomo di sentenze e di processi, mentre in ogni parola, in ogni silenzio, eri un poeta".

ELISA MANDARA', Recensione de "La via breve"

Sorprende il colore sovranazionale della scrittura di Diego Guadagnino, in un’opera che si nutre dell’elegia della memoria e della linfa socioculturale siciliana. E che costituisce pertanto la prova di come chi canti di materia siciliana non debba necessariamente restare paralizzato in un universo eidetico e formale abusato e concluso.

GONZALO ALVAREZ GARCIA, Memorie Mediterranee

Presentiamo un libro e i suoi tre autori. Il primo, Salvatore Fratantonio, scrive poesia che si vede e non si legge.  Enza Giurdanella e Diego Guadagnino, dipingono poesia  che si legge e non si vede.
   Il titolo del libro,”Memorie Mediterranee”, è da solo un magnifico poema e, al tempo stesso, una bozza  sommaria, ma esauriente, per un buon  trattato di storia siciliana… Chiudete  gli occhi, tastate le due parole nel palato dell’anima, come un vino generoso,  e il vostro pensiero andrà a Creta, l’aspra e gentile Creta, con le sue fanciulle che sembrano dee adolescenti e i suoi ragazzi, creature celesti   che si librano nell’aria, sopra la testa del Minotauro…

ANDREA GUASTELLA, L’Adamo di Canicattì. Colloquio con Diego Guadagnino

Pubblicato in
Andrea Guastella, Il muro e la notte, ISMECAlibri, 2011

MARIA ANTONIETTA CASI', Le contraddizioni coerenti

La storia di Domenico Cigna raccontata nel libro di Guadagnino "Il fabbro e le formiche" apre interessanti interrogativi attorno alle problematiche del personaggio, che accanto alla originalità del pensiero e alla tenacia delle azioni si caratterizza anche per le frequenti contraddizioni del comportamento. Lungo il corso di tutta la sua vita queste vanno assumendo aspetti a volte inquietanti, gettando ombre che in qualche modo ne offuscano la memoria. Il desiderio di fare luce su ciò, induce ad una analisi psicologica, se pur limitata poiché postuma, della personalità di Cigna, che consenta di dare un senso all'incoerenza di alcuni fatti, ricercandone i motivi tra le pieghe profonde della struttura dell'Io. L'autore descrive molto bene le emozioni e i sentimenti di Cigna, e anche quel sottile tormento, che all'epoca venne diagnosticato come "nevrastenia", che lo accompagna per tutta la vita.

DIEGO GUADAGNINO, La santità reietta

Volentieri ho accettato l'invito del professor Gaetano Augello a scrivere questa nota introduttiva alla biografia di monsignor Angelo Ficarra, che, per le qualità e lo spessore della sua personalità, il passare degli anni rende sempre più vicino alla sensibilità e alle problematiche dei suoi posteri. Se il volumetto sciasciano, sulla nota vicenda della sua rimozione da vescovo della diocesi di Patti, lo ha fatto conoscere al grande pubblico, la biografia scritta adesso da Augello, pregevole per la ricchezza di documenti consultati e di notizie raccolte, rivela gli aspetti intimi dell'uomo, il prestigioso retaggio culturale, le scelte che ne hanno segnato la vita, dandoci così un'opera destinata a diventare punto di riferimento imprescindibile per quanti in futuro si vorranno cimentare con la figura e l'opera di Angelo Ficarra.

DIEGO GUADAGNINO, Il Congo di Guido Cicero

“Che orrore! che orrore!” Con queste parole, cariche di mistero, muore l’altrettanto misterioso Kurtz, nelle ultime pagine di Cuore di tenebra, il  romanzo in cui Joseph Conrad volle descrivere i massacri compiuti dai bianchi nelle foreste del Congo in nome del dio denaro. Dopo più di un secolo, non possono essere diverse le parole  che ci salgono alle labbra nel considerare i primati che detiene la Repubblica Democratica del Congo.

DIEGO GUADAGNINO, L'uso omeopatico della parola

Non capita facilmente d’imbattersi in una silloge poetica come quella pubblicata qualche mese fa per i tipi dell’editrice Ismeca libri da Maria Teresa Verdirame col titolo “Sinfonie di stagioni”. L’eccezionalità che la distingue dai libri di poesia che rientrano nelle consuete aspettative del lettore è costituita dal canone espressivo adottato dall’autrice: l’haiku. Si tratta di una forma poetica importata dal Giappone, composta da tre brevi versi e di complessive diciassette sillabe. Per forma e contenuto l’haiku è legato alla cultura zen e per capirne l’intima  ragion d’essere è necessario inserirlo nel contesto che lo ha generato. La dottrina dell’illuminazione zen, che privilegia l’ “esperienza” sul “ragionamento”, ha trovato la sua espressione poetica in questa  forma compositiva che riduce al minimo le parole per consentirne la massima risonanza. A scopo esplicativo, possiamo parlare di un  uso omeopatico della parola.

DIEGO GUADAGNINO, Nel fiume di Eraclito

Sulla spiaggia di Marina di Modica, alle sette del mattino,  il mio amico Salvatore Fratantonio  mi parla del processo creativo;  racconta come nasce il progetto che si realizza sulla tela, finché si sofferma sopra un particolare, e come osservando l’idea che precede la pittura dice: “Quasi sempre mi succede che mentre dipingo un’immagine essa mi si modifica dentro, la forma si altera, si fa altra nei contorni, pur mantenendo la sua originaria identità strutturale;  le atmosfere mutano, una nuvola si disfa, un giallo sfuma verso l’arancione. Il risultato finale dell’opera cristallizza soltanto una fase, un attimo, un passaggio di quel movimento e il quadro diventa la negazione del fluire dell’idea; o, se vogliamo,  la rappresenta come la farfalla secca e spillata di un collezionista può rappresentare tutte le farfalle della stessa specie”.

DIEGO GUADAGNINO, "La fontana del futuro" di Franco Caruso

Rivista: Pagine dal Sud
Ragusa, marzo 2007

GONZALO ALVAREZ GARCIA, Prefazione di "Apocrifi"

Circa tre anni fa, durante la presentazione di "Trasmutazione", sua opera prima, paragonavo la poesia di Diego Guadagnino a quella del grande poeta spagnolo Miguel Hernandez, martire della democrazia, morto nel 1942 nelle carceri franchiste.
Il paragone mi era stato suggerito dalla metrica, che tutt'e due usano con maestria e con garbo, preferendo l’assonanza antica al più moderno verso libero.

PIERA MACULOTTI, I poetici versi Apocrifi di Diego Guadagnino

L'arte della parola che dà forma all'animo nostro informe... Parole tessute – ordite e tramate - col filo del tempo, del mistero, del silenzio. Versi che salgono - come ali di gabbiani - a solcare i piani alti dei quesiti umani. Sillabe che scavano tra fatiche e ferite.
Sono i poetici scritti Apocrifi (Utopia edizioni pp.147 €10) di Diego Guadagnino.