La storia di Domenico
Cigna raccontata nel libro di Guadagnino "Il fabbro e le formiche" apre
interessanti interrogativi attorno alle problematiche del personaggio, che
accanto alla originalità del pensiero e alla tenacia delle azioni si
caratterizza anche per le frequenti contraddizioni del comportamento. Lungo il
corso di tutta la sua vita queste vanno assumendo aspetti a volte inquietanti,
gettando ombre che in qualche modo ne offuscano la memoria. Il desiderio di
fare luce su ciò, induce ad una analisi psicologica, se pur limitata poiché
postuma, della personalità di Cigna, che consenta di dare un senso
all'incoerenza di alcuni fatti, ricercandone i motivi tra le pieghe profonde
della struttura dell'Io. L'autore descrive molto bene le emozioni e i sentimenti
di Cigna, e anche quel sottile tormento, che all'epoca venne diagnosticato come
"nevrastenia", che lo accompagna per tutta la vita.
Solomon
e Pactch, già nel 1974, nel manuale di psichiatria inseriscono la
"neurastenia" tra le forme di nevrosi, descrivendola solo con poche
frasi così:" Il termine è impiegato da molto tempo per designare pazienti
che si lamentano di continua stanchezza e quasi solo di essa. In alcuni di essi
si finisce per dimostrare l'esistenza di una affezione organica; in altri si
tratta di una forma di depressione, in altri ancora d'altre affezioni
psichiatriche" (pag. 284). Da questa brevissima descrizione si comprende
come la nevrastenia sia una diagnosi ormai superata per la sua genericità,
mentre nel passato veniva spesso usata, non disponendo delle più avanzate
tecniche psicodiagnostiche, che oggi consentono di definire con precisione i
vari tipi di disturbo psicologico o psichiatrico. Rivedendo tutti gli episodi
raccontati nel libro e gli scritti di Cigna si rimane colpiti da una costante
comportamentale di tipo ciclico, con sintomi caratteristici del disturbo
bipolare dell'umore: egli infatti passa continuamente da stati di intensa
attività sia fisica, che intellettuale, a stati malinconici di disinteresse e
apatia. Nelle fasi di attività esprime grandi capacità teoriche di sintesi
accompagnate da senso pratico organizzativo, dimostrando di avere una
personalità molto dotata sul piano dell'intelligenza e della creatività, con
forte energia aggressiva, incanalata positivamente verso fini socialmente utili
e accettabili nell'ambito del lavoro e dell'impegno politico. Ed è proprio la
passione per la politica a rivestire per lui un ruolo di grande contenitore
inconscio, consentendogli di mantenere il disturbo entro livelli non troppo
gravi, sopportando il tormento delle sue angosce, che col trascorrere degli
anni vanno assumendo forme sempre più simili alle angosce psicotiche. Ad ogni
periodo di attività frenetica, come quando scopre l'emozione della velocità in
automobile, subentra improvvisamente senza apparenti motivi la fase opposta, in
cui l'entusiasmo svanisce cedendo il passo alla depressione e al disinteresse
totale; con questo meccanismo inconscio l'Io rivolge l'aggressività verso se
stesso, tutte le energie vengono impiegate per tenere a bada l'angoscia e
reprimere i desideri; non rimangono più risorse da impiegare in investimenti
affettivi, per cui subentra soltanto una grande stanchezza fisica, che produce
l'inerzia e la spossatezza anche mentale. Domenico Cigna presentava molte caratteristiche
del disturbo bipolare, che oggi viene anche definito sindrome
maniaco-depressiva, nelle forme più gravi: l'aggressività inconscia durante le
fasi di maniacalità si rivolgeva in modo costruttivo verso l'ambiente esterno,
sia nel lavoro, con le accalorate arringhe in difesa dei clienti, sia nell'
impegno politico,organizzando comizi, scrivendo articoli pungenti sui vari
giornalini da lui fondati, creando movimenti nell'ambito della lotta di classe,
occupandosi di questioni sociali anche all'avanguardia rispetto al periodo in
cui viveva, ecc. Tutto ciò finiva come per incanto non appena il disturbo
ciclico invertiva la rotta, ed entrava nella fase depressiva, facendolo
apparire, anche ai suoi stessi occhi, una persona completamente diversa. Ed è
all'interno di questo meccanismo psicologico che va ricondotto quello che appare
il gesto più assurdo ed incoerente, compiuto nell'età più adulta, in un periodo carico
di frustrazioni, perdite e fallimenti a causa del consolidamento della
dittatura fascista, che sconvolse il resto della sua esistenza. L'elogio del
fascismo, che gli causò in seguito ulteriori dispiaceri ed emarginazioni impensabili
fino ad allora, non è spiegabile in nessun modo se non attraverso
l'interpretazione psicologica del meccanismo inconscio sopra descritto. Durante
una delle sue fasi depressive, mentre la vittoria del fascismo segnava la
sconfitta di quegli investimenti affettivi che, come si è già detto, con la
funzione di contenimento delle angosce, gli avevano consentito di mantenere
tutto sommato una certa integrità dell'Io, la risposta inconscia ad una
aggressività esterna sempre più intollerabile e frustrante non poteva non
essere che una risposta autolesionistica. L'esaltazione di tutto ciò che aveva
sempre odiato rappresentò la forma estrema e raffinata di un'aggressione contro
se stesso, l'annientamento di una parte fondamentale della sua esistenza, rinnegata
ufficialmente dinanzi al mondo esterno. Il trauma di abbandono del bambino che
rimaneva indietro nel gruppo della gita scolastica, da lui raccontato, si
ripete ancora una volta alimentato dalla logica crudele della depressione. E'
come se con un ragionamento inconscio avesse trovato un modo eclatante per
realizzare una volta per tutte il trauma e punirsi definitivamente insieme al
suo ideale dell'Io. Con l'elogio del fascismo abbandona se stesso con le sue
idee si fa abbandonare da tutti ponendo fine al terrore di essere abbandonato.
Domenico
Cigna fu un personaggio molto amato e molto odiato, l'aggressività del fascismo
trovò un terreno fertile nella sua componente depressiva ed entrò in sintonia
con essa, facendo prevalere alla fine le parti più deboli, malate ed
autolesionistiche, sulle risorse più sane, quelle energie vitali, che lo
avevano portato a diventare famoso nella sua terra. Forse per questo motivo dopo
la sua morte, ingiustamente,divenne soltanto un personaggio dimenticato.
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