domenica 24 marzo 2013

DIEGO GUADAGNINO, "La Sicilia di Salvatore Fratantonio"

Fare arte sulla Sicilia, sotto qualsiasi forma, significa inventarsi ogni volta quest’isola che, a causa di ciò, ha finito per essere considerata una dimensione fantastica, dove ognuno vive la tragedia della propria solitudine costretta al disagio della convivenza con gli altri. La sua Sicilia Salvatore Fratantonio l’ha inventata scegliendo i simboli marini e terrestri dei luoghi natii.
Ridotto all’essenziale e messo al sicuro dalla tentazione retorica, sempre in agguato quanto si parla della propria terra, il suo mondo, coeso da una esemplare fedeltà tematica pur nella variegata gamma espressiva delle sue stagioni creative, rimane quello della solitudine felice, lontana dalle interferenze dell’alterità, tagliata fuori da ogni contaminazione del divenire storico. Nella stressata e stressante realtà in cui l’uomo d’oggi vive intrappolato le sue opere si presentano come inaspettate aperture sulla serenità e sulla grazia che la natura, in momenti particolari, riesce a infondere nello spirito di chi sa ascoltare il suo linguaggio. Una delle possibili definizioni dell’arte del Maestro di Modica può essere quella di un segreto rapporto con le forme che ci propongono i regni minerale e vegetale. E sono alberi, colline, spiagge, orizzonti a cui Fratantonio sa dare come un antico demiurgo una vita che magicamente si trasmette all’interlocutore delle sue opere.



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