martedì 28 gennaio 2014

EMANUELE SCHEMBARI, "I filosofi della Quarta Sezione" un romanzo di Diego Guadagnino



Pubblicata su
Dialogo
mensile regionale di cultura, politica e attualità
anno XXXIX, gennaio 2014, Modica (RG).



Diego Guadagnino, penalista al Foro di Agrigento, è nato e vive a Canicattì, ma è, in un certo senso, appartenente alla provincia di Ragusa, non solo perché passa le sue estati a Marina di Modica, ma anche perché torna spesso nella nostra provincia, intervenendo in conferenze e in presentazioni di libri. Componente del Sindacato Nazionale Scrittori, ha cominciato a pubblicare dei libri solo otto anni fa e viene tenuto in alta considerazione per la sua cultura e per l’alto livello dei suoi libri. Dopo due raccolte poetiche (Trasmutazione e Apocrifi) e due opere di narrativa (La via breve e Il fabbro e le formiche) ha ora pubblicato il romanzo I filosofi della Quarta Sezione che è una storia di valori antichi, in chiave contemporanea.
Premesso che Guadagnino, anche se scrive splendidamente, non è mai stato felice nella scelta dei titoli (a parte La via breve ), il romanzo, che ha un titolo poco attraente, è interessantissimo al di sopra delle aspettative. I filosofi della Quarta Sezione si legge in un fiato, lascia il segno per la limpida fluidità del dettato e, nel descrivere una realtà provinciale, mostra problematiche di dimensione nazionale. Le palpitazioni e i dubbi, che seguono la vita quotidiana, si identificano in un atteggiamento di polemica nei confronti di una realtà falsata e corrotta.
Il libro presenta una città di provincia, dominata dalla maldicenza e dalla corruzione, dove il protagonista è coinvolto in un processo che riesce a falsare la realtà e a far condannare gli innocenti. Sono fatti di quotidiana  attualità, in cui la mafia e la corruzione sono presenti e riescono a vincere comunque. Si tratta di storie che si succedono e svelano il mondo della mercificazione e della falsa identità dell’uomo.
Il libro, stampato dalle Edizioni Clandestine di Massa, che reca nella copertina un‘opera del modicano Salvatore Fratantonio, ha una prefazione firmata da Armando Balduino, che scrive: «Per chi avvertisse una qualche esigenza di classificazione tipologica, suggerirei il recupero di un’etichetta a suo tempo, e per altri ragioni, suggerita da Gianfranco Contini: quella cioè del “verismo regionalistico”. Ciò tuttavia senza trascurare il fatto che, su un altro piano, novità saliente di quest’ultima opera è che in essa il nostro scrittore dà prova d’essere in possesso anche di spiccate capacità inventive.» 
Quella di Guadagnino è una narrativa post-realista che propone nuovi contenuti ideologici, battendo sulle situazioni politico-sociali di questi anni. Si tratta di un autore libero dai gusti correnti della narrativa d’intrattenimento e fine a se stessa, spinto dalla propria capacità di aderire alla vita. La prosa è lucida, descrittiva, dove si cerca di afferrare l’incomprensibilità dell’animo umano, seguendo la sua istintiva capacità di penetrare nel profondo.



Nessun commento:

Posta un commento