giovedì 29 agosto 2013

PIETRO STORNIOLO, "I filosofi della Quarta Sezione" di Diego Guadagnino



Mi cimento in una impresa per me desueta: le analisi e le considerazioni di un libro appena letto. Presentato a Pozzallo allo Spazio Cultura “Meno Assenza”, i filosofi della Quarta Sezione  di Diego Guadagnino, mi ha intrippato subito. 
Un romanzo, una storia della vita  di una cittadina siciliana  comparabile con tante storie assimilabili a tante altre realtà del sud . Ma quello che scuote l’animo è la profondità dei pensieri che vengono sviluppati: l’uso pratico della filosofia come di una specie di igiene personale quotidiano o il chiodo fisso di cambiare il mondo insegnando agli altri la gioia del pensiero e il ragionar secondo i canoni dell’Ethica. Un libro che ci proietta all’interno delle miserie dell’animo umano -  la questione delle maldicenze , il progetto edilizio non approvato, la causa civile /penale –  ma che ci da indicazioni da percorrere per non rimanere invischiati nella melma delle banalizzazioni e delle strumentalizzazioni quotidiane.  Tanti spunti, tante riflessioni condite con originali catalogazioni dell’uomo: da teatro o da anfiteatro? Come pure la classificazione degli iscritti alla Quarta Sezione suddivisi in classi e categorie per le loro tendenze e caratteristiche. Un libro colto, raffinato che stimola l’intelletto: una manifestazione della vita moderna, costellata da problematiche terrene legate alla “roba”, sintetizzata da un autore che ha un  vissuto da  professionista nelle aule dei tribunali. Un miscuglio – sapientemente articolato- fra pensieri, storie, vicende, sorprusi , amori che hanno come protagonista un geometra/filosofo, dedito a difendere la sua attività professionale ed a mantenere attiva l’integrità del suo pensiero. Un libro che apre orizzonti, una integrazione del pensiero Marxiano, affinato attraverso Spinoza. “Marx ha cercato di distruggere la metafisica e questo tentativo poteva andar bene per il proletario della rivoluzione industriale, depauperato della propria umanità e costretto a lottare per la mera sopravvivenza fisica… Oggi l’uomo non può fare a meno di una visione metafisica del tutto come riflesso dell’infinito che c’è in lui.” La Quarta Sezione  del partito di sinistra –comunista – infatti nasce come risposta alle carenze politiche e di analisi della realtà ( e non solo) da parte delle altre tre. L’ambivalenza fra il pensiero e la realtà della vita quotidiana inducono  infine a riflessioni amare “la macchina della giustizia  gli appariva come un giuoco dove non basta il rispetto delle regole per vincere; e questo margine d’azzardo glielo rendeva simile alla vita. Una volta che ci sei  dentro (al processo ) ti devi difendere. La tua verità non è mai al sicuro, e non è detto che alla fine ce la faccia a prevalere sulla menzogna o sull’impostura o sulla calunnia che ti offende”.  Ed ancora considerazioni sulle vicende della vita ,“Lui che voleva modulare la sua vita sull’Ethica di Spinoza, ora si scopriva ad impersonare la follia di Don Chisciotte…….. . Ma pensò che in fondo non era che un graffio impercettibile sulla superficie del tempo, il quale a sua volta non era neanche un graffio nell’eternità.” L’autore nella sua breve presentazione del libro ci ha raccontato di quanto si sia divertito nello scriverlo, di come i personaggi descritti fossero spassosi……………..;   invece a me pare che dai vari personaggi traspare l‘implicazione  esistenziale del vivere,  un esame critico dei tanti aspetti  della natura umana, dei rapporti e della loro complessità,  da vivere  tuttavia con ottimismo, con leggerezza, nella consapevolezza che anche le   grandi tragedie e miserie che l’accompagnano sono solamente degli aliti di vento.

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